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Data di pubblicazione: 17 Marzo 2023
Alcuni manager hanno la possibilità di intraprendere una brillante carriera all’estero, che prevede il trasferimento della famiglia ogni 3-4 anni in un Paese diverso. Effettivamente la vita all’estero come expat offre un’esperienza unica rappresentando una delle poche occasioni per immergersi e sperimentare in prima persona la cultura del paese ospitante. D’altra parte, però, non tutto è sempre così entusiasmante e chi ha provato questa vita lo sa bene.
Si riscontrano innumerevoli difficoltà, date da una transizione importante che implica l’abbandono di uno stile di vita assodato e conosciuto per affrontarne e impostarne uno completamente nuovo da adattare al nuovo paese ospitante.
La necessità di riambientarsi, ricreando relazioni, amicizie per se stessi e per il resto della famiglia, il doversi reinventare una posizione lavorativa e il ricrearsi una routine giornaliera può essere una fonte di enorme stress.
Il trasferimento in un altro paese è al 32esimo posto nella classifica degli eventi stressanti. Ma anche il trascolo e il cambiamento di città rientrano in posizioni piuttosto elevate della stessa classifica.
Nella vita di un expat le fasi di adattamento alla nuova realtà sono 4, si ha un primo momento chiamato honeymoon, in cui c’è un innamoramento dell’esperienza che si sta vivendo e si è particolarmente felici della nuova situazione.
Poi c’è un periodo di difficoltà, di crisi, in cui si mette in discussione la propria scelta, in cui si realizza che c’è molto da costruire e che soprattutto si vive in una realtà diversa rispetto a quella precedente .
Elaborato questo periodo esiste una fase di adjustment in cui si trovano le risorse per riorganizzarsi nel nuovo posto fino a quando c’è una situazione di settlement che rappresenta il momento in cui si apprezza l’esperienza che si sta vivendo
Per chi viene trasferito dalle aziende è facile che nel momento in cui si approda alla situazione di settlement, a breve si venga trasferiti un’altra volta. Quindi la capacità di sviluppare un rapido adattamento a queste nuove situazioni, in modo tale da far sì che i periodi di crisi siano sempre più brevi, è una risorsa utile.
Il coaching può intervenire proprio nell’abbreviare queste fasi, come vedremo più avanti, rendendo l’esperienza all’estero sempre più utile e interessante.
Un’altra tematica importante per il partner del manager trasferito è la difficoltà incontrata a ritrovare un lavoro che lo soddisfi. Molti non riescono proprio a ricollocarsi e la maggior parte di coloro che si ricolloca, non ricopre il ruolo che svolgeva in precedenza. Questo crea una sensazione di insoddisfazione che porta a difficoltà e squilibri all’interno della coppia.
Se il partner non riesce ad affrontare positivamente la transizione, aumenta la possibilità che chieda di rientrare in patria avendo un forte impatto anche nell’azienda. È fondamentale quindi che durante un espatrio ci sia piena soddisfazione di tutta la famiglia ed è qui che può entrare in gioco il coach.
Con il coaching si definiscono con chiarezza quali siano le esigenze e le necessità sia del manager che del partner e in questo modo li aiuta a gestire meglio il cambiamento e la transizione.
Se il partner non coglie le opportunità che la nuova situazione può offrire, nel senso che cerca di applicare alla nuova realtà uno schema di vita già usato in precedenza, non sviluppando apertura a vedere cosa la nuova esperienza può offrire, rischia di interferire sul buon andamento dell’espatrio di tutta la famiglia.
Come può aiutare un coach durante il processo di adattamento al nuovo paese? Il coach può accompagnare nel cambiamento a comprendere i nuovi schemi della cultura locale e ad accettare un nuovo modello di vita e valori che non è il proprio, ma che può anche avere spunti interessanti per se stessi. Aiuta a superare i propri blocchi aiutando a comprendere quale sia un nuovo modello di vita adatto a quel tipo di cultura e come costruirlo provando a comprendere e accettare i valori culturali della nuova realtà.
Il coach può accompagnare nella definizione degli obiettivi di sviluppo personale a medio lungo termine, per cui che senso dare a questa esperienza? Quindi analizzare che tipo di lavoro si vuole, se si vuole sfruttare l’occasione per approfondire degli studi, se ci si vuole provare a impegnare socialmente o semplicemente approfittare della situazione privilegiata per stare più tempo con la famiglia.
Il Coach aiuta anche a riflettere sul significato di sentirsi a casa, su cosa rende felici in modo da focalizzarsi a ricreare quello che conta per noi. Ognuno di noi dà significati diversi a questi termini, l’importanza di individuare cosa rispecchia il nostro mondo è fondamentale per affrontare la nuova avventura.
Tipico del coaching è poi la definizione di un a strategia con obiettivi e piani d’azione da mettere in atto per iniziare a verificare cosa sia possibile oppure no nella nuova esperienza che si sta vivendo. Il piano d’azione permette di affrontare il periodo di crisi e di adjustment affinché la transizione venga vissuta più efficacemente e il distacco dalla situazione precedente sia chiaro, gestito e rapido.
Un altro aspetto importante è anche la relazione con il partner, per cui il coaching può essere fatto a entrambi i membri della coppia. Tra il manager che viene trasferito e il partner è importante che ci sia una sorta di contratto, affinché entrambi esplicitino chiaramente cosa desiderano ottenere da questa esperienza. Un allineamento di obiettivi su cui poter creare e costruire una nuova vita in questo nel nuovo paese.
Se sei un expat o in procinto di diventarlo, contattami per una sessione conoscitiva gratuita, perchè so cosa stai provando per esperienza, e con il Coaching posso aiutarti!
Barbara Vandoni
Fonti: The Expatriation – Adapting In The Host Country With The Coaching, Nathalie Mollah – Brookfield Global Relocation 2010
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