Genitori e Figli  -  
Data di pubblicazione: 25 Novembre 2022
Amo leggere i libri per gli studenti, perché mi fanno sentire più vicina a quello che pensano i ragazzi e mi riportano, automaticamente a quei valori fondamentali che, a volte, mi dimentico nella vita di ogni giorno.
“Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando, così si intitola il libro.
E’ la storia di Giovanni Falcone, chiaramente ambientata a Palermo, raccontata da un padre al proprio figlio di 10 anni, pochi giorni prima del suo compleanno.
In un giorno qualsiasi, questo padre ripercorre, con il proprio figlio, tutte le tappe Palermitane, fondamentali nella vita di Giovanni Falcone, raccontando la storia di questo grande uomo al proprio figlio, ma anche raccontando il motivo per cui, proprio suo figlio si chiama Giovanni, con tutto il messaggio – non meno importante – ad esso connesso.
Non voglio anticipare il piacere della eventuale lettura del libro, anche se lo suggerisco; vale la pena leggerlo!
Ciò su cui ho riflettuto, è il nesso tra il Coaching e questo padre.
Ho anche aperto il libro “L’Onda del Coaching di Giovanna Giuffredi” e mi sono riletta le competenze chiave di un coach in base alle linee guida ICF (essendo una neo-coach … sono ancora giustificata).
Dunque… Etica, fiducia, presenza, ascolto attivo, domande potenti, comunicazione diretta, creare consapevolezza, progettare azioni, stabilire obiettivi, gestire le responsabilità ed agire.
Mi soffermo subito nelle primissime pagine del libro di Garlando:
“Il padre entra nella stanza del figlio, mentre studia, salutandolo e rivolgendogli un paio di domande; la prima, chiede che cosa è accaduto ad un suo amico di classe, il quale ha il gesso ad un braccio; la seconda, chiede il motivo per cui ha ancora l’album dei calciatori Panini quasi vuoto, nonostante la paghetta che riceve ogni settimana”.
Questo padre ascolta le “giustificazioni” portate dal figlio; è presente, ascolta attivamente, ha fiducia nel proprio figlio e non gli da’ consigli.
Anzi stabilisce un obiettivo che porterà suo figlio alla consapevolezza ed alle successive azioni.
Tutto ciò, nonostante avesse già intuito che cosa fosse realmente accaduto.
Gli dice solo che, il giorno successivo, avrebbero trascorso tutto il giorno insieme.
Ecco che colgo alcune competenze del coach: presenza, etica ed ascolto attivo, nonché stabilire obiettivi e creare consapevolezza.
Inizia così, l’evoluzione consapevole di Giovanni; proprio mentre ripercorre le tappe della vita di Falcone, in un giorno qualsiasi, insieme a suo padre.
La consapevolezza arriva, nel momento in cui Giovanni si rende conto che non ci si deve sottoporre alle minacce di alcuni compagni, i quali, altrimenti, ti fanno cadere per le scale e rompere un braccio, proprio come era accaduto al suo amico di classe; e che non è neanche giusto, consegnare la paghetta settimanale, agli stessi compagni, per paura di trovarsi con un occhio nero, in maniera omertosa, come a scacciare la verità.
E poi, nel libro, ci sono quei silenzi.
Quei silenzi che fanno un rumore fortissimo.
Durante quei silenzi, nella sua testa, Giovanni, fa dei balzi in avanti che gli illuminano la strada.
All’improvviso sa ciò che è capace di fare e ciò che deve fare.
E’ lì, la sua Consapevolezza; quasi la sta toccando.
Nei giorni successivi, Giovanni sembrerà un panda.
Però, adesso, con la sua paghetta acquista le sue figurine per l’album Panini.
Inoltre, è diventato un grande amico del suo compagno di classe, quello con il braccio rotto.
Insieme hanno denunciato la situazione al Preside ed il gruppetto molestatore è stato allontanato dall’Istituto Scolastico.
Così ho compreso che, questo padre, probabilmente a sua insaputa, era anche un grande coach!
“Che le cose siano così, non vuole dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare” – Giovanni Falcone
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