Autostima  -  
Cambiamento  -  
Data di pubblicazione: 21 Marzo 2023
In questo articolo intendo darti alcuni spunti di riflessione in relazione ai condizionamenti e al dialogo interiore.
Gaia mi racconta di essere cresciuta in un ambiente molto stimolante: i viaggi e le visite a musei e chiese l’hanno educata al bello, a stare nella natura con il rispetto di tutte le creature.
I sacrifici dei suoi genitori, il loro impegno, le hanno permesso di essere la persona che è e per questo si sente molto fortunata. La sua famiglia le ha insegnato l’eccellenza, la curiosità e l’impegno, la cura degli altri che sono il suo motore.
Questo, associato al suo carattere di base, l’ha sempre spinta ad andare oltre, a sfidare se stessa, a cercare di “fare le cose per bene, perché o si fanno bene oppure è meglio lasciar perdere”.
Questo insegnamento, mi racconta, è stato anche un condizionamento perché si è tramutato in “non è mai abbastanza, non sto facendo abbastanza, potrei fare, essere molto di più di questo”.
Sente minate la sua autostima, la sua accettazione di sé e la percezione del suo valore.
Vuole ampliare le sua prospettiva e trovare pace, quindi si mette in gioco iniziando un percorso di conoscenza di sé e di presa di responsabilità delle sue emozioni, del suo dialogo interiore.
Percorrendo questo sentiero assieme ha ascoltato, osservato ciò che viveva costantemente: il peso dell’insoddisfazione generata dal quel bisogno di perfezionismo, di eccellenza e controllo compulsivi per dimostrare di essere migliore e di potersi accettare, volersi bene, farsi voler bene.
Che il bene va meritato, è condizionato ad essere una ‘brava bambina’ e rispettare le aspettative -sue e degli altri.
In uno dei nostri incontri le ho riportato una considerazione che avevo ricevuto qualche tempo prima: “L’auto-stima acquisita è un sentimento, uno stato che puoi alimentare. E’ la percezione della propria efficacia rispetto ad obiettivi raggiungibili in linea con il livello di eccellenza del momento. E’ il valore che riconosci a te stessa, non dipende dagli altri”.
Per lei, abituata a considerare tutti (si proprio tutti!) i traguardi raggiunti come ‘normali’ e a dipendere dal riscontro altrui, è stato liberatorio.
ERA ARRIVATO IL MOMENTO CHE SMETTESSE DI APPALTARE AD ALTRI IL SUO VALORE.
Le proposi un semplice esercizio: tieni un diario nel quale annotare i tuoi successi, le tue scelte, i compiti che ti sei data o che ti hanno affidato -piccoli o grandi- in qualsiasi ambito della tua vita. Prendi un foglio e dei pennarelli, disegna una piramide vuota e ogni volta che annoti una di quelle cose sul diario disegna un mattone e dopo un certo numero di mattoni che stabilirai a priori -sennò finisce che il traguardo continui a spostarlo- fatti un regalo in segno di riconoscimento per l’impegno, per il tuo valore. Un piccolo gesto: un gelato, un indumento che desideri, un giro dal parrucchiere, un pomeriggio con una amica…
UN ALTRO PAIO DI STRUMENTI MATURATI DURANTE IL PERCORSO.
Il primo è la pazienza: partendo dalla considerazione che aveva impiegato tanti anni ad essere così com’era, si è concessa un po’ di tempo per cambiare.
Guarda l’albero di Sakura, il ciliegio giapponese: quanto tempo gli serve per uscire dal seme, bucare la terra, radicarsi, elevarsi e proiettare i suoi rami pieni di foglie e fiori al cielo e in un attimo spogliarsi del suo bel manto regalandolo al vento, per rinascere alla successiva stagione…
Il secondo è la gentilezza: sorridere a se stessi così come farebbe un amico, una amica. Il nostro migliore nemico siamo noi stessi, se critichi qualsiasi cosa tu faccia la buca sarà sempre più profonda. Era necessario un po’ di obiettività e di amore. L’amore dell’amica/o che non giudica, della persona nella quale confidi che ti dice ‘va bene così, la prossima volta andrà meglio’ e che puoi essere solo tu a concederti la gentilezza.
Gaia ha SPERIMENTATO TUTTO QUESTO e LO STA FACENDO tutt’ora: funziona!
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