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Il diritto di agire, di respirare, semplicemente di essere.

Oggi ti racconto la storia di Gaia, una donna di 40 anni, con la quale ho lavorato un paio di anni fa.

Gaia durante il nostro primo incontro mi confida che la sua voce interiore blatera costantemente:

  • non sei abbastanza perfetta
  • non sei abbastanza brava
  • non sei meritevole
  • non sei abbastanza

Mi racconta che difficilmente guarda le persone negli occhi e durante le nostre sessioni la sua voce è così bassa che talvolta non si sente affatto.

Nei negozi riesce a malapena a chiedere ciò di cui ha bisogno e se qualcuno le chiede “posso aiutarti?” arrossisce e si agita cercando di dire ‘la cosa giusta’.

Mi racconta che parlare dei suoi sentimenti, emozioni e bisogni con i familiari, il suo compagno e gli amici è un’impresa titanica e in fondo non crede ne valga la pena.

Durante le occasioni mondane si ritrova spesso in disparte a guardare le persone parlare tra loro e divertirsi oppure gira per la stanza come un’ape matta per cercare di rendere tutti felici e soddisfatti, completamente dimentica del suo divertimento. Si sente strana, straniera e alla fine sola ed esausta.

E’ un comportamento che vuole modificare, che sente essere non funzionale sia nel lavoro che nella vita. Le persone la vedono come una donna estroversa e lei sente che è una maschera e vuole vivere ed esprimere se stessa e tutto il suo potenziale liberamente.

Cosa accade? Iniziamo un lavoro di esplorazione e di azioni per cambiare questo comportamento. Individuiamo i blocchi, li trasformiamo in basi di appoggio e alimentando la sua motivazione Gaia inizia a cambiare.

All’inizio con timore, poi un passo alla volta mi dice che esprimersi è diventato più semplice.

Durante il nostro percorso Gaia improvvisamente mi dice che la voce dentro la sua testa urla “quando tutti gli altri sono felici, puoi esserlo anche tu!!!”. In sostanza doveva essere la donna perfetta, cercare di semplificare le vite degli altri, renderli felici.

COME SE NE AVESSE IL POTERE…

Si stava arrogando un potere e prendendo una responsabilità non sua, e la domanda è stata “a che titolo?”

Le domando:

  • tutti chi? Le parole sono importanti ‘tutti’ significa proprio TUTTI (e non mi riferisco alla Tutti del film ‘Mangia, prega, ama!’)
  • chi decide quando sono tutti felici? ‘quando’ non è un tempo definito
  • cosa ti fa credere di conoscere il significato che la parola ‘felicità’ ha per gli altri?

Le si illuminano gli occhi e mi dice con un filo di voce: “Ho avuto a che fare con questo senso di inadeguatezza per tutta la mia vita, in risposta anche a condizionamenti come:

‘le cose si fanno bene o non si iniziano affatto’”

e il pensiero limitante che aveva messo radici era

“se non sono perfetta, brava, buona, non merito l’amore dagli altri né certamente da me stessa”

Tratteneva il fiato, camminava con passo felpato per non farsi sentire, per ‘sottrarre’ meno aria e spazio possibile, per non disturbare le persone impegnate a vivere le loro vite.

Completamente eterocentrata, in costante bisogno di conferme e convalide dall’esterno, del permesso di poter agire, di poter respirare e semplicemente di essere.

Quando ha riconosciuto e accettato tutto questo il suo panorama è cambiato.

Ha imparato a dare a se stessa il permesso di agire, respirare e di essere.

Ha accettato il fatto di avere poca fiducia in se stessa e ha iniziato a costruirla. Ha imparato la necessità di riconoscere a se stessa ogni scelta fatta, ogni rischio preso.

Si è data il permesso di sbagliare, di perdersi e di imparare. OGNI SINGOLO GIORNO.

Abbiamo fatto due cose:

  • abbassato il volume di quella parte di lei che diceva “non sei abbastanza”, sempre più basso…
  • evocato quella parte di lei che non getta la spugna, quella che malgrado tutto persevera e abbiamo ascoltato quella voce compassionevole e piena di amore, aumentando il volume fino a riempire completamente la sua mente, ogni parte del suo corpo, ogni singola cellula…

Abbiamo iniziato un percorso di accettazione della perfezione dell’essere imperfetti come un miracolo della vita.

Pensa agli alberi: se i rami fossero tutti dritti e inclinati allo stesso modo sarebbero altrettanto affascinanti?

Pensa al miracolo del kintsugi: si prendono i frammenti di un oggetto e si rimettono in forma usando dell’oro. La materia si trasforma in qualcosa di simile e differente da prima, rinnovato eppure con la memoria di ciò che era.

Gaia ora comunica con chiarezza, prende il suo spazio ed esprime se stessa con il suo pieno potenziale, liberamente.

Ora vorrei che ascoltassi attentamente la tua voce interna:

  • cosa ti dice?
  • di chi è realmente questa voce?
  • da dove la senti arrivare?

(foto Henrietta-Harris)

L'autore

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