Ci sono momenti nella vita in cui ciò che facciamo non ci corrisponde più.
Ce ne accorgiamo dal nostro stato d’animo, dalle sensazioni di malessere, dalla mancanza di soddisfazione che sentiamo a fine giornata e a volte da un senso di insoddisfazione.
Lo sentiamo dalla mancanza di entusiasmo con cui iniziamo la giornata; siamo totalmente orientati al dovere e per nulla al piacere.
Viene a mancare, o non c’è mai stata, la connessione tra ciò che facciamo e ciò che desideriamo, come se fossimo separati.
Cosa realmente ci interessa? Quali sono le cose che ci fanno “vibrare”? Quale è la nostra vocazione? E’ possibile coniugare dovere e piacere?
Questa situazione può manifestarsi senza un apparente motivo, altre volte c’è un fattore scatenante che potrebbe essere, ad esempio, la perdita del lavoro, un nuovo ciclo scolastico, la fine di una relazione, il cambio di casa, una delusione molto forte, il superamento di una malattia e così via. Gli ambiti possono essere la vita privata, quella lavorativa o studentesca.
Cause scatenanti, contesti e motivazioni vanno sicuramente messi a fuoco ma ora che ci troviamo in una situazione non certo confortevole, che fare?
Cosa possiamo cambiare della nostra vita e come? Solo pensare ad un cambiamento ci potrebbe portare in uno stato di malessere anche peggiore. Se cambio come pago il mutuo? E la famiglia? Come gestisco le aspettative che gli altri hanno su di me? Questi sono solo alcuni esempi di pensieri che ci portano a gettare la spugna ancora prima di iniziare.
Rischiamo di entrare in un “loop mentale” che ripropone sempre gli stessi scenari: insoddisfazione, identificazione delle aree coinvolte, qualche volta intravediamo anche ciò che vorremmo, ma poi tutto si ferma di fronte alla paura connessa ai vincoli che nel tempo noi stessi ci siamo costruiti.
Serve una nuova visione, qualcosa che ci faccia sognare, che aumenti il livello di vibrazione, qualcosa che ci faccia sentire più leggeri.
Può essere utile immaginare di parlare a noi stessi come ad un bambino quando inventiamo racconti che non tengono conto di leggi razionali e umane, ma che sono solo orientati a stupire, a far sognare, a far sorridere.
E’ così semplice? Non proprio. Mentre proviamo ad immaginare il punto di arrivo, ovvero ciò che vorremmo avere per stare meglio è possibile fare l’esperienza del nostro sabotatore interiore. Ed ecco quindi che si palesano le credenze limitanti: non so fare altro, ho studiato per questo quindi devo assolutamente lavorare in questo settore, prima di muovermi devo aver chiaro tutto lo scenario futuro nei minimi dettagli, chi va in pensione poi si annoia, devo scegliere questa facoltà che sicuramente mi garantirà un posto di lavoro.
Il sabotatore non è altro che una nostra parte, quell’insieme di limitazioni che ci sono state tramandate e che abbiamo appreso nel corso della nostra vita.
Ma allora è una sfida impossibile…non potrò mai cambiare nulla nella mia vita.
Ecco appunto un’altra credenza limitante.
Diverse sono le possibilità per superare questi momenti, sicuramente rivolgersi ad un coach è una di queste.
Il coach possiede le competenze per condurci, attraverso domande e non solo, verso l’identificazione delle nostre vere aspirazioni, isolando i vincoli e smascherando il sabotatore e quindi le credenze limitanti. Ultimo passo, per non restare troppo sull’astratto, è la definizione, sessione per sessione, delle azioni necessarie per portare il cambiamento nella nostra vita.
Il coach può aiutare attraverso domande, lo abbiamo scritto ormai in molti articoli su questo stesso sito, ma ci sono anche altri strumenti , il “serious game”, ovvero il gioco serio.
L’obiettivo infatti è stimolare riflessioni, evidenziando credenze limitanti, far scoprire nuovi punti di vista, nuove consapevolezze sempre in contatto con i propri valori.
Ci sarà certamente capitato di notare come un film, una canzone, un’immagine sono in grado di far emergere in noi emozioni, ricordi, associazioni di idee.
Nella sessione di coaching è possibile utilizzare alcuni giochi, come ad esempio particolari carte, che attraverso immagini evocano nuove visioni, andando a lavorare così con la vera essenza, la nostra parte più vera.
Il bello è che è possibile utilizzarle anche da remoto e non solo in presenza, perchè quindi non sperimentare..
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