Pillole di Felicità  -  
Data di pubblicazione: 28 Novembre 2022
Come mamma di due piccoli gemelli, mi sono imbattuta in un’esperienza sorprendente, che ha svelato uno scenario scolastico alquanto inaspettato nel 2022.
Un’insegnante della primaria di mio figlio ha asserito che le figure degli insegnanti e dei genitori debbano essere “autoritarie” verso i bambini.
Premesso questo, da coach ho riflettuto su alcuni principi del learning coaching, ossia l’importanza dell’empatia e dell’ascolto attivo nella relazione insegnante – studente e dell’essere autorevoli e non autoritari.
È stato infatti dimostrato come l’apprendimento dello studente, la sua attenzione, il rendimento siano molto più elevati là dove l’insegnante applichi le skills tipiche del coaching e come l’insegnante, a sua volta, abbia così maggior successo nell’influenzare i bambini nel momento in cui desidera generare un cambiamento in loro.
Come è noto al contrario, secondo il grande psicologo comportamentista e professore di Psicologia ad Harvard dr B.E. Skinner, che le misure punitive inflitte da genitori, insegnanti, o altre figure educative producano effetti classici di fuga, ribellione, apatia e remissività, o inganni.
Ed ecco allora la domanda qual è la differenza tra autorità e autorevolezza?
In realtà ci sono diversi di tipologie di autorità che lo psicologo clinico Thomas Gordon nel suo “Né con le buone, né con le cattive” descrive dando loro diversi significati.
Ne cito due, in particolare, che sono quelle inerenti all’argomento: la prima è l’autorità della Competenza (C), la seconda è l’Autorità del Potere (P).
L’autorità C deriva dalla competenza appunto della persona, è il frutto della conoscenza, dell’esperienza, della saggezza, degli studi.
L’autorità P è relativa al potere, al potere di comandare, di dominare, di costringere, di sottomettere.
Ebbene tutte le ricerche e gli studi fatti su migliaia di giovani, confermano che con gli studenti funziona l’autorità C: insegnanti autorevoli generano passione, rispetto, influenza positiva, diventano una guida per la crescita cognitiva ed emotiva degli allievi.
Gli insegnanti autorevoli non sono solo preparati nella loro materia ma, hanno anche l’abilità di ascoltare correttamente gli studenti, i quali si sentono capiti, considerati, e accettati.
Il learning coaching®, in quanto approccio finalizzato alla piena espressione del potenziale di apprendimento, permette agli insegnanti di dotarsi di quelle competenze cardine che gli permettono di porsi come facilitatori della motivazione e dell’apprendimento significativo.
Ad esempio alcune coaching skills possono aiutare l’insegnante a creare questo tipo di relazione.
Le tre principali sono l’ascolto attivo, le domande aperte e il feedback.
Alla base l’insegnante deve essere sinceramente fiducioso nelle possibilità dei bambini/ragazzi affinché questi ultimi sviluppino così più autonomia, senso critico e responsabilità.
Un insegnante che applica l’ascolto attivo, ascolta empaticamente, senza giudizio, rimanda e riflette i contenuti, decodifica il messaggio nonché le emozioni espresse (o non dichiarate apertamente) dell’allievo, mettendosi nei suoi panni e accertandosi di aver compreso. Questa capacità richiede allenamento e presenza, dove il punto di partenza è l’intenzione di ascoltare veramente senza giudicare e con fiducia verso l’allievo, attivando una comprensione sincera, e allo stesso tempo richiede all’insegnante di essere passivo nel trasmettere la soluzione.
Come un coach, utilizza poi le domande aperte per stimolare nuove esplorazioni, curiosità, apprendimenti significativi. Le domande aperte possono essere utili in tante modalità diverse, ad esempio:
E in ultimo, offre dei feedback formativi agli studenti, sul comportamento/attività e non sulle capacità, sottolineando in modo specifico cosa è stato eseguito bene in primis e, poi aiutando a far capire e a evidenziare le azioni utili da svolgere per fare meglio la prossima volta, sempre nel rispetto della zona prossimale, ossia del livello di capacità dell’allievo, riferendosi a criteri oggettivi relativi al percorso dello studente stesso e non della classe.
Diversa è la valutazione sommativa che invece classifica, esamina il lavoro svolto in termini di risultati, valuta con il voto la performance.
Un laboratorio di learning coaching può aiutare quindi gli insegnanti a dotarsi di queste competenze.
L’insegnante “autorevole” munito di queste skills otterrà così un clima più sereno in classe e, per i suoi allievi, il potenziamento dell’autostima, l’accettazione di sé, il reciproco rispetto e l’autodisciplina nel lungo termine.
Daniela Di Giorgio
Life & Learning Coach®
2022 © All Rights Reserved - Tutti i diritti riservati by Patricia Stanghellini - P.iva 01428430118